Vangelo d’inverno di Brendan Kiely

Titolo Originale: The Gospel of Winter

Usa, 2014

pag. 304

Protagonisti: Aidan

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrativa

Vangelo d’inverno di Brendan Kiely

“Per raccontarvi cos’è successo veramente, quello che non sapete, quello che i giornalisti non hanno riferito, devo partire dalla festa annuale organizzata da mia madre per la vigilia di Natale…”

È Aidan Donovan a raccontare questa storia. Aidan ha sedici anni e una famiglia che sta andando in pezzi. Aidan è quanto mai confuso e cerca rifugio, forse pure un ingannevole conforto, nelle attenzioni di padre Greg, il prete della chiesa del suo quartiere, il solo adulto che si dimostra interessato a lui, disponibile ad ascoltarlo e a prendere sul serio le sue inquietudini. Di colpo però l’amicizia con padre Greg scivola in un precipizio terribile.

Aidan sente chiudersi su di sé anche quello che sembrava essere rimasto l’unico porto sicuro. Sconvolto, tormentato da un pericoloso senso di vergogna e di colpa, cerca scampo dalla sua vita in un nuovo gruppo di amici, capaci di fargli dimenticare lo sfacelo del suo mondo: Josie, la prima fidanzata, Sophie, una ragazza strana e inafferrabile, e Mark, il capitano carismatico della squadra di nuoto.

Ma anche Mark nasconde un segreto, fatalmente vicino a quello di Aidan e allo stesso modo drammaticamente inconfessabile.

Sono una lettrice istintiva, molto spesso nello scegliere la lettura non è la trama a catturarmi, o la copertina, o il titolo, sono delle frasi lette qua e là, durante le mie sessioni di ciò che definisco il mio “web stalking”, e stavolta sono incappata in un libro tosto.

Ho fissato a lungo il cursore del mouse che lampeggiava sullo sfondo bianco, provando a riordinare le idee, a placare la rabbia che sicuramente troverete fra queste righe.

America, gennaio 2002. In una nazione sconvolta ancora dalla fresca tragedia dell’undici settembre, piove ancora sul bagnato, perché all’orizzonte si profila lo scandalo che sconvolgerà la chiesa cattolica americana: l’inchiesta sulla pedofilia.

Vi basta come antefatto?

Aidan è un adolescente, figlio unico di una coppia benestante che vive di feste e apparenza, un padre assente, una madre dallo scopo decorativo che delega ad Elena, la governante, il ruolo materno.

È orfano negli affetti, non ha punti di riferimento eccetto padre Greg, il prete della propria parrocchia. Carismatico e rassicurante, gli offre uno scopo: aiutarlo in una raccolta fondi. Il ragazzo accetta, si sente utile, ha una missione da compiere che lo distoglie dalla solitudine delle mura domestiche.

Durante una delle solite, barocche, feste di sua madre, viene sorpreso a bere alcolici e fumare insieme a tre suoi compagni di scuola, davanti ai genitori di uno di essi, Mark, e si assume le colpe, salvandoli così dalla punizione. Questo gesto gli varrà la stima dei suoi coetanei, e una sorta di pallido legame di amicizia con Mark.

I due trascorreranno del tempo insieme, e Aidan sente che nel suo amico c’è un disagio profondo, alimentato da un segreto che tiene nascosto, fino ad annientarlo.

Aidan non si da pace, si interroga e vuole delle risposte, e dove andrà a cercarle? In chiesa, da Padre Greg, laddove ha sempre trovato un porto sicuro in cui rifugiarsi, una certezza. Ciò che però scopre è terribile, l’uomo che ha sempre venerato, rispettato, e di cui si è fidato ciecamente, si rivela un essere abominevole, capace di sfruttare le debolezze e le fragilità dei ragazzi che accoglie, ai suoi sporchi desideri.

Tutto si sgretola, la fiducia, la speranza, il futuro.

Ogni pagina è una stilettata al cuore: dolore, disagio, indifferenza e negazionismo.

Aidan si sente solo e oppresso dal fardello del suo segreto, prova vergogna, nella sua mente risuonano le parole di padre Greg, che lo confondono e lo fanno sentire sporco e colpevole.

“Questo ti chiede nostro Signore, Aidan. Questo ti chiedo io. Shh, shh, presto ti sentirai molto meglio. Presto tutto andrà meglio. Conoscerai l’amore. Questo è amore, Aidan. Questo è amore.”

Fa male leggere la parola “amore” associata ad un abominio simile, soprattutto considerando quanta verità ci sia nelle azioni e nei gesti narrati.

Un abuso trasforma radicalmente la vita di chi lo subisce, gli porta via l’adolescenza, ipotecandone il futuro da adulto; le vittime saranno sempre delle persone spezzate, dai segni indelebili nell’anima, dalla psiche fragile, circondati da uno società che nasconde la polvere sotto al tappeto, da un’istituzione che ammanta con le parole “misericordia” e “perdono”, una vergogna vecchia di secoli ma sempre attuale. Perché la chiesa non denuncia, prima nega, poi fa mea culpa.

E loro? Gli Aidan, i Mark, e tutti gli altri? Chi restituisce loro il sorriso, una vita normale?

“Doveva esserci qualcosa di più profondo. Avevo bisogno di credere che dall’unione dei corpi nascesse un ponte verso qualcosa di più profondo e significativo: parti che si congiungevano per formare un tutto più pieno, come un respiro non è la mera somma di inspirazione più espirazione, ma un unico atto, che i due momenti rendono completo.

Era tutto ciò che volevo: un senso di stabilità, di completezza; la promessa che qualunque paura potesse essere dissolta, che dalla solitudine si guariva quando l’espirazione di qualcun altro diventava la mia inspirazione e, insieme, non ci poteva sentire soli. “

È una storia dura, un pugno nello stomaco, ma struggente e dolcissima, comprende ogni tipo di sentimento, l’amicizia, l’amore, la rabbia, il desiderio di rinascita e di denuncia, non si può rimanere indifferenti, non si può e non si deve tacere. La speranza nasce dalla conoscenza, sapere rende liberi.

Vorrei chiudere con una frase di Pablo Neruda, che trovo sia molto adatta alla storia:

“Potranno recidere tutti i fiori,ma non potranno mai fermare la primavera.”

Giudizio:

Classificazione: 5 su 5.

Violenza:

  • CHarlot ●

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