Mio assoluto amore di Gabriel Tallent

Titolo Originale: My Absolute Darling

Usa, 2017

pag. 417

Protagonisti: Martin, Turtle

Casa editrice: Rizzoli

Genere: Narrativa Straniera

Mio assoluto amore di Gabriel Tallent

«Tu sei la cosa più bella che c’è. In te tutto è perfetto, crocchetta, ogni dettaglio. Sei l’ideale platonico di te stessa. Ogni tuo graffio, ogni piccola spellatura è l’inimitabile elaborazione della tua bellezza e del tuo essere selvaggia. Sei come una naiade, come una ragazza cresciuta dai lupi. Tu sei la mia cosa numinosa in un mondo profano, di tenebra.»

Mio assoluto amore racconta l’adorazione di un padre per la figlia, un sentimento da lei ricambiato in maniera cupa e alternante. Pressoché isolati in una vecchia casa di legno, in una parte selvaggia della California, eccoli, loro due, meravigliosi e contorti, unici.

Il padre violento e sboccato, maniaco delle armi e sua figlia quattordicenne Turtle, incapace di parlare alle sue compagne di classe, muta per troppo amore filiale, sopraffatta dal dolore e dalla passione per un uomo che non le ha mai comprato un vestito, che le ha insegnato soltanto a cacciare, uccidere gli animali, scuoiarli, curarsi da sola e che, per anni, le ha sussurrato all’orecchio di un mondo là fuori sfinito, chiuso nella morsa di un consumismo impazzito, un mondo che loro devono rifiutare, sradicare dalle loro menti, odiare insieme.

Mio assoluto amore di Gabriel Tallent è stato segnalato come il miglior debutto americano del 2017, ha subito raggiunto i primi posti della classifica del “New York Times” e Stephen King lo ha definito un capolavoro precisando di non esagerare – tutte cose vere senza dubbio, che non dicono però la grazia e la forza di questo esordio: una storia mozzafiato, una bellissima trama comandata da uno stile straordinario.

È un libro concepito in due grandi parti, come la navata e l’abside di una chiesa, discesa all’inferno e risalita di una ragazza prima prigioniera della psiche e del suo amore ossessivo per il padre, poi fuggitiva nella natura e nel corpo, in una storia incalzante, vorticosa, selvaggia e intima. È in questo arco teso allo spasimo che il linguaggio di Mio assoluto amore si attorciglia ai piedi del lettore come una radice infestante e lo avvolge dal basso verso l’alto, con la sua battagliera cupezza di situazioni e oltraggi e disagi e speranze e crudeltà.


Hello darkness, my old friend…

Con l’intro di un’azzeccatissima The Sound of Silence in versione Disturbed, inizio questa recensione molto sofferta.

Malox, datemene una carriola. Non so cosa ne sia rimasto del mio povero stomaco.

Durante questa lettura così contorta e meravigliosa, ho patito le pene dell’inferno psicologico. Ho odiato così tanto Martin Alveston, ho provato pena per nonno Alveston e ho lottato per Turtle. Ho amato le sue sfumature: Julie, la ragazzina problematica vista dalla società; Crocchetta, la bimba di papà, figlia adorata fin troppo amata. E Turtle, selvatica e indomabile, piena di risorse e davvero speciale.

Mio Assoluto Amore è un libro difficile. Le parole sono crude, le vicende sono estreme e i temi trattati a dir poco da pelle d’oca. Non lo si può leggere tenendo i piedi per terra, scordatevelo. Perché Tallent vi risucchierà nel suo mondo brutale e vi schiafferà in faccia la sua realtà. E voi non potrete fare altro che nuotare e non affogare.

Turtle, conosciuta anche come ‘crocchetta’, ha quattordici anni. Nata e cresciuta in mezzo ai boschi col padre Martin, non ha visto altro se non violenza, trascuratezza e un amore/odio verso il padre: un uomo bellissimo, talmente potente come figura che lei spesso lo descrive immenso, dalle spalle enormi, uomo che le incute timore ma allo stesso tempo la fa sentire protetta.

Vive una vita scandita dagli stessi gesti, dalla colazione quasi da automa, all’estrema pulizia delle armi che Turtle potrebbe anche fare ad occhi chiusi.

Crocchetta non ha amici. La sua vita è una roulette e la fortuna è totalmente nelle mani di quel padre che tanto le ha insegnato e troppo le ha tolto. Un rapporto conflittuale il loro, amore e dipendenza, odio e voglia di fuggire. Paura dell’ignoto, ma determinazione ferrea.

“Pensa: lo amo, lo amo tantissimo, cazzo, ma che mi lasci stare fuori. Che venga a prendermi lui. Staremo a vedere cosa farà, no? È un gioco, il nostro, e credo che lui lo sappia, che stiamo giocando; lo odio per certe cose, certe cose che fa, perché esagera, e io lo odio, ma sono incerta del mio odio; mi sento in colpa e dubito e odio me stessa quasi troppo per odiare lui; ecco cosa sono, una troietta del cazzo; e quindi supero di nuovo i limiti per vedere se lui farà ancora una cosa così cattiva; è un modo per vedere se ho ragione a odiarlo; lo voglio sapere.”

Una dipendenza che non vede fine, una vita lontana dalla società velenosa, una crescita da reclusa tra le mura di una casa fatiscente, seguendo le parole di un uomo con un’intelligenza superiore alla media, che a sprazzi dimostra un’ignoranza e una chiusura mentale da allevatore di pecore. Un uomo violento che non è in grado di accettare la realtà, un controsenso vivente e un padre malato di un amore sbagliato.

«Cristo. Gesù Cristo, crocchetta. Stai attenta. Cristo, crocchetta. Cristo.» La stringe e lei resta lì, la vita avvolta fra le sue braccia. «Come stai diventando grande» dice lui, «e forte. Il mio assoluto amore. Il mio assoluto amore.»

Non temete, durante la lettura troverete un po’ di pace. Ma badate bene, sarà momentanea. Perché Tallent vi permetterà di prendere quella boccata d’aria che vi riempirà i polmoni fino quasi a scoppiare, quell’aria che vi permetterà di tuffarvi e di resistere più tempo possibile prima di riemergere.

«Ti decidi a premere quel grilletto o cosa?»«Non voglio farlo, papà» dice lei.«Ti tocca, cara. Amore mio. Mio assoluto amore. Ti tocca. Prendi il tempo che ti serve, e fallo come si deve; chiudi il cervello nel cestino del pranzo e rilassa il corpo; premi il grilletto senza inclinare, fai in modo che tutto si svolga dolcemente; tieni conto del rinculo e poi dimenticati di tutto; non allentare  l’attenzione se non un secondo dopo aver sparato. A cosa stai pensando?»

«A niente» dice lei, anche se non è vero.«Esatto» dice lui, «a niente. »

Questo libro è stato tanto atteso. Difficile proseguire, impossibile lasciar perdere. Una lettura divorata, sofferta, amata.

Un libro in cui i dettagli fanno la differenza, dove il contorno è essenziale e ci fornisce  particolari necessari alla comprensione.

Martin è un uomo segnato da un passato violento ma nonostante tutto, non è in grado di proteggere la figlia da quell’oscurità che lo avvolge, anzi, la copre totalmente. Però Martin è anche un padre che malgrado non sia in grado di dimostrare amore, ama alla follia.

E Turtle è una protagonista incredibile, una delle migliori mai incontrate sulla mia strada. Una giovane guerriera divisa tra l’amore malato e quello necessario. Un soldato pronto a lottare, impaurito perché è giunto il momento di dover agire, ma consapevole di doverlo fare.

Senza entrare nel dettaglio, e con queste parole, desidero chiudere. Perché affrontare Martin Alveston è stato davvero difficile. L’odio che ho provato mentre ero immersa nella lettura, è alla fine riuscito ad evaporare. Caro Martin, tu non sai un cazzo. E Turtle, alla fine, è riuscita a dimostrartelo.

Signor Tallent, le addebiterò le fatture dello psichiatra.

“«A te però questo colpo non piace e non ti eserciti perché non ne capisci la necessità. Ti credi invincibile. Pensi che non fallirai mai il bersaglio- entri tranquilla e rilassata, perché sei troppo sicura di te. Ti manca la paura, dobbiamo provvedere. Devi imparare a sparare quando te la stai facendo sotto dalla paura. Devi arrenderti alla morte prima ancora di cominciare, e accettare la tua vita come uno stato di grazia, e allora, solo allora, sarai abbastanza brava. A questo serve l’addestramento. »

Giudizio

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità /

Violenza:

♦ Cherry ♦

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