La sfida di Amy Daws

Titolo Originale: Challenge

Usa: 2016

Pagine: 318

Protagonisti: Indie, Camden

Genere: Sport Romance

Casa Editrice: Hope Edizioni

Serie Harris Brothers #1

Data di Uscita: 14 febbraio 2020

La sfida di Amy Daws

Lui è il suo paziente, lei il suo dottore. Non dovrebbero ma… Dio quanto lo desiderano.

Camden Harris, il gigante e notoriamente sexy giocatore di calcio, è bloccato a letto in un ospedale di Londra, ma il suo ginocchio rotto non gli impedisce di mettere in atto il gioco in cui è esperto con Indie Porter, un peperino dai capelli rossi, nonché suo medico.

Non è neanche lontanamente il suo tipo, ma potrebbe essere la distrazione perfetta dal devastante danno che questo incidente potrebbe procurargli.
Indie è stanca che la sua ingenuità sia come un bersaglio sulla sua schiena.

Come bambina prodigio ha da sempre messo la sua istruzione al primo posto, ma un’avventura con un giocatore di calcio come Camden potrebbe essere proprio ciò di cui ha bisogno per afferrare la vita e godersela.

E lui potrebbe anche essere l’uomo perfetto per il progetto su cui sta lavorando da due anni.
Ma quando a fare la mossa finale saranno i sentimenti, non ci sarà medicina che possa guarire i loro cuori.

Secondo voi ha senso che mentre leggevo questa bellissima storia, io mi sia sentita conquistata e insieme infastidita?

Mi spiego: conquistata perché è un romanzo pieno di sentimenti originali, ovvero di domande e risposte quali nei libri non ci sono mai. Domande sul perché ci si innamori, perché proprio di quella persona e proprio in quel momento, e spiegazioni che rendono tutto molto razionale e verosimile.

Infastidita perché la famiglia, con la sua presenza o con la sua assenza, sembra l’unica responsabile delle decisioni dei due ragazzi, mentre in un mondo ideale (Mulino Bianco, ve lo concedo) la famiglia dovrebbe sempre e solo supportare, non fungere da maledetta palla al piede o pungolo elettrificato.

Camden e Indie sono due ragazzi, anche se non troppo comuni visto che lui è un campione del calcio e lei un giovane chirurgo. Ma il loro “mordere la vita e fuggire” è invece molto comune. E’ un modo che consente a tutti di giocare senza implicare sentimenti, aspettative, impegni, ovvero divertirsi senza la parte pesante del gioco.

Indie ha l’ospedale che per lei conta più di qualsiasi altra cosa, non ha una famiglia ingombrante alle spalle, non ha chi la spinga o la trattenga; basta a se stessa ed è forte come un toro da corrida, dentro la sua gabbia. Si motiva da sola e dà a se stessa regole pensate da lei.

Il calcio è invece tutta la vita di Camden, insieme a tutta una serie di persone che hanno scelto per lui, che lo fanno ogni giorno e continueranno a farlo. Familiari che insomma lo amano e si preoccupano per lui, ma che si aspettano molto in cambio. Eppure emotivamente lui è molto più maturo rispetto a lei: se Camden vuole qualcosa o qualcuno, lo dice e allunga la mano a prenderselo. Indie invece non chiede mai, dà l’indispensabile, si ritira spaventata come una lumaca nel guscio, non vuole di più.

Eppure tutto sta assolutamente in equilibrio nei due mondi diversissimi dei due ragazzi. Indie è Miss Tutto Sotto Controllo. Camden è Mister Me ne Fotto, Compresa Te.

Finché qualcosa non rompe gli equilibri: conoscersi è ciò che succede a entrambi e manda tutto in confusione.

Com’è possibile che una persona sembri così sbagliata, ma allo stesso tempo così giusta?

 Perché tutto ciò che si discosta dal consueto fa paura, terrorizza. E a proposito della paura, i due hanno reazioni molto diverse. Apparentemente è Camden ad averne, delle operazioni, degli ospedali. Dall’altra parte Indie sembra invece coraggiosa.

Ma nella vita vera, nelle battaglie di tutti i giorni, è Camden quello privo di paura. L’incidente sul campo da calcio, la rottura del legamento crociato del ginocchio, non è solo un duro colpo per la sua carriera, ma l’occasione per fermare la macchina del “Camden-campione designato” e riscoprire che razza d’uomo sia. Ma dategli solo il tempo di farsi due domande e sceglierà. Deciderà e sarà un Uomo.

«Non è stato solo il mio legamento crociato anteriore a strapparsi. Era casa mia. Io mi identifico nel calcio. Niente di più. Se non posso giocare, chi cazzo sono?»

Indie… mi è dispiaciuta molto in un momento importante, direi essenziale. Perché va bene giocare, divertirsi, ma poi c’è la vita vera ed è lì che si deve essere davvero coraggiosi. E lì la sua eccessiva razionalità, la sua mancanza di maturità affettiva, si è sentita.

Ma fermatevi un attimo a pensare: un bambino impara ad amare per emulazione. Chi ha amato Indie? Chi le ha insegnato ad amare? Perciò datele tempo. Non è facile fare qualcosa che non sai fare. Imparerà.

L’ennesimo bellissimo romanzo portato in Italia dalla Hope Edizioni. Grazie, ragazze!

E grazie, Amy Daws, per i grandi insegnamenti che hai messo dentro una storia che sembrava dover solo divertire… Alla prossima lettura!

Giudizio:

Classificazione: 4.5 su 5.

Sensualità:

Navillus

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