Brooklyn in love di Sarina Bowen

Titolo Originale: Brooklynaire

Usa: 2018

Pagine: 336

Protagonisti: Rebecca, Nate

Genere: Sport Romance

Casa Editrice: Always Publishing

Data di Uscita: 28 maggio 2020

Serie Brooklyn #1

Brooklyn in love di Sarina Bowen

Proprietario della squadra di hockey dei Brooklyn Bruisers, genio dell’industria tecnologica, multimilionario dalla mente brillante e con un corpo da copertina, Nate Kattenberger sembra possedere tutto ciò che una donna desidera e che gli uomini invidiano. Eppure, non è soddisfatto della propria vita.
Certo, Rebecca Rowley, la sua assistente, da ben sette anni illumina il suo ufficio con i suoi sorrisi, ma la rassicurante presenza della donna seda appena il desiderio inconfessabile di Nate: il suo bisogno di stabilire un rapporto che valichi i limiti imposti dai loro ruoli.
Proteggerla e adorarla a distanza, celare la passione che gli infiamma il sangue al semplice suono della sua risata, infatti, diventa sempre più difficile. Fino a quando Rebecca resta coinvolta in un incidente sulla pista di ghiaccio e Nate coglie l’occasione che aspettava: offrirle il suo aiuto, come amico, ma anche il suo cuore.
Rebecca è stata accanto a Nate sin dall’inizio della sua avventura imprenditoriale, aiutandolo a costruire il suo impero dal nulla. Non saprebbe dire quando l’ammirazione nei suoi confronti si sia trasformata in amore, ma di una cosa è certa: sette anni di fantasie irrealizzabili sono troppi perché possa affidarsi senza timori all’uomo dei suoi sogni, rischiando così di rovinare la loro amicizia.

Riuscirà Becca a preservare il proprio cuore? O cederà alla spietata corte del suo bel capo, più che mai determinato a conquistare la donna che ama?

È il mazzo di rose più grande che abbia mai visto fuori da una camera ardente.
«Gesù. Respiro ancora, sai?»

Inizio immediatamente questa mia recensione dicendo che ho amato questo libro quanto Linus la sua copertina! Che c’azzecca, vi state chiedendo? Be’, avete presente quei periodi in cui potreste distinguere essenzialmente due filoni tra le vostre letture? I libri “belli ma” ovvero che  vi hanno trasmesso poca emozione, o quelli che vi hanno straziato il cuore, ve lo hanno sotterrato e forse giusto in extremis ve lo hanno resuscitato?

Ecco, mettete che in mezzo a queste letture vi capiti una Bowen a caso, che vi faccia sorridere, ma anche pensare, e anche innamorarvi di due personaggi molto particolari, differenti dai soliti bellissimi iperfighi, alieni, ecc. Quella Bowen a caso sarebbe una copertina di Linus, vi rappacificherebbe con il mondo caotico, con le troppe favole, con la troppa sofferenza, ma anche con quella narrativa un po’ soporifera.

Questo è precisamente l’effetto che mi ha fatto leggere “Brooklyn in love”: un tuffo nei cuori di due ragazzi che la Bowen ha tirato fuori non da un cappello magico, né dal mondo dei Puffi blu, ma dalla strada della vita, dove un gruppetto di ragazzi molto intelligenti, con a capo un certo Nate Kattenberger, un po’ strani, quasi nerd, passa il tempo non a divertirsi e a sballarsi, ma a lavorare divertendosi, e crea dal nulla un’azienda vincente (mentre leggevo confesso di aver pensato un po’ alla storia di Zuckerberg).

Quel gruppetto ha bisogno di una segretaria/assistente che sistemi quei documenti che nel loro fuoco ispirativo sono stati tralasciati. E’ così che al gruppo si è aggiunta Rebecca Rowley, che non è una fotomodella, non è alta sette chilometri e mezzo, non ha il corpo o il profilo di Angelina Jolie, ma è in gamba, leale, onesta, grande lavoratrice, spassosa quando può e brutalmente sincera quando serve.

Una dipendente più che preziosa per Nate e i suoi amici. E diventa ancora più preziosa e insostituibile quando quell’azienda spicca il volo e Nate diventa, grazie alle sue abilità, uno degli uomini più ricchi che Rebecca conosca. Perché si sa quanti avvoltoi cerchino di rubarti pure la sedia su cui sei seduto, quando in gioco ci sono potere e ricchezza.

E sapete quella cosuccia che quasi in ogni romance infastidisce, ovvero quell’instalove immotivato, quell’innamorarsi di qualcuno senza che tu lettore ne capisca un atomo di ragione? E’ Nate (grazie Sarina) a spiegarci come succede, e le sue ragioni convincono e commuovono.

«È questo l’effetto che mi fai. La mia vita è un chiasso costante. Riunioni e obblighi e duemila impiegati. È grandioso, ma fa rumore. Quando mi baci, tutto diventa silenzioso. È l’unico momento in cui mi dimentico di chiunque altro.» Rotolo di fianco e le porto le labbra contro l’orecchio. «E quando sono dentro di te, non importa altro. Lo desidero da morire.»

Ecco, in sintesi la storia è questa, con due ragazzi che si conoscono da anni, che sono cresciuti lavorativamente insieme, che si stimano reciprocamente da sempre ma che non hanno mai approfondito di più, mai chiesto di più, convinti che l’altro avesse in testa chissà che “ideali”. Un po’ di insicurezza, tanto rispetto, un pizzico di follia (impagabili i dialoghi a base di palindromi, che mi hanno rovesciato dalla sedia più volte), tensione sessuale repressa, qualche sguardo languido e parecchio pepe.

Esilaranti molte pagine, soprattutto perché tutti quelli che ruotano intorno a Nate e Becca si accorgono di un sentimento che invece è inesistente per loro due. La ricetta della commedia romance perfetta.

Una storia che cresce lentamente e va gustata mentre lievita, in ogni suo ingrediente. Godetevela fino in fondo.  

Aggiungo solo un’osservazione per la traduttrice italiana: Cibi libici, E la sete sale, Ero malato, idiota l’amore, e tanti altri. Meriti un inchino per aver trovato e reso nel senso, cosa per nulla facile, tutti i palindromi con cui Nate e Becca si divertono! Visto che si punta sempre il dito sui “difetti di traduzione”, stavolta voglio puntarlo su un applauso.

Giudizio:

Classificazione: 5 su 5.

Sensualità:

Navillus

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